I disordini motori dell’esofago sono caratterizzati da un interessamento delle strutture neuro-muscolari che coordinano la funzione esofagea e determinano disfagia cioè difficoltà alla deglutizione. Possiamo distinguere disordini motori dell'esofago che si caratterizzano per la disfunzione dello sfintere superiore (SES) e regione cervicale (3-5 cm prossimali), del corpo distale e dello sfintere inferiore (SEI o cardias) o che interessano l'intero esofago.
I primi si associano ad alterazioni della muscolatura della faringe, con disfagia orofaringea (incapacità di progressione del bolo dal faringe nell'esofago), aspirazione tracheobronchiale con possibile polmonite per arrivo di materiale ingerito nelle vie respiratorie e rigurgito per via nasale. Possiamo riconoscere delle cause a carico del sistema nervoso centrale come nel Parkinson, nelle sequele di accidenti cerebro-vascolari, del sistema nervoso periferico come nella paralisi del nervo ricorrente e nell'avvelenamento da piombo o a livello del sistema muscolo-scheletrico in caso di distrofia muscolare, miastenia grave o polimiositi.
L'interessamento della porzione distale dell'esofago e dello sfintere esofageo inferiore porta ad incoordinazione tra la peristalsi esofagea e l'apertura del cardias determinando acalasia con dilatazione dell'esofago inferiore per mancato rilasciamento dello sfintere esofageo inferiore a seguito della deglutizione. Inizialmente è presente disfagia in quanto risulta difficile e talvolta doloroso deglutire dapprima, paradossalmente, i cibi liquidi e poi quelli solidi.
Questa condizione tende a peggiorare nel corso degli anni accompagnandosi ad altri sintomi che includono rigurgito del cibo ingerito (soprattutto notturno), dolore toracico retrosternale, che può aumentare dopo aver mangiato, pirosi (bruciore retrosternale), scialorrea (eccessiva salivazione) ed alitosi, tosse e compromissione della funzionalità respiratoria, possibile calo ponderale.
Tra i disordini che interessano tutto l'esofago ricordiamo l'ipomobilità esofagea in corso di altre patologie quali la sclerodermia con atrofia della muscolatura liscia e deficit della contrattilità distale ed incompetenza del cardias. Il 60% dei pazienti con diabete presenta una dismotilità esofagea, spesso asintomatica. Nel caso di ipermobilità ricordiamo lo Spasmo Esofageo Diffuso (SED) caratterizzato da episodi di dolore toracico e/o disfagia associato a contrazioni esofagee simultanee interposte tra peristalsi normale.
La manometria esofagea è l’esame d’elezione per lo studio della motilità dell’esofago dall’esofago).
Attraverso la narice, previa anestesia locale con spray anestetico, si introduce la sonda flessibile e sottile (3,5 mm di diametro) con minimo fastidio. Durante l’esame, il paziente rimane sdraiato su un lettino sveglio e cosciente e deve solamente fare dei respiri profondi e deglutire un po’ d’acqua quando richiesto.
L’esame dura in genere 10-15 minuti. La manometria è una procedura sicura, praticamente priva di complicanze. E’ necessario il digiuno per almeno 4-6 ore prima della procedura.
Può essere assunta l’abituale terapia con l’eccezione dei farmaci che possono influire sulla motilità esofagea (antispastici, miorilassanti, sedativi, procinetici). Subito dopo la procedura, il paziente può riprendere l’attività lavorativa, assumere cibo e l’eventuale terapia. Nuove tecnologie diagnostiche si sono affiancate alla manometria tradizionale : l’impedenziometria intraluminale e la manometria ad alta risoluzione che permettono di individuare alterazioni segmentali della peristalsi.
L'impedenziometria intraluminale utilizza cateteri che registrano l’impedenza, ovvero la resistenza che si oppone al passaggio di corrente continua tra coppie di elettrodi dovuta alla presenza a quel livello di boli ingeriti, sia acidi che basici.
La manometria ad alta risoluzione (HRM), utilizza cateteri provvisti di 20-34 punti di registrazione distanti 1-1,5 cm. In questo modo si può studiare la progressione delle onde lungo l'esofago, valutando il sincronismo delle strutture coinvolte (ipofaringe, sfintere superiore, corpo nelle sue componenti liscia e striata, sfintere inferiore).
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