Nel segno di Matilde – ODV
Siamo un gruppo di amici, uniti nell’esperienza di Marco e Francesca e della loro piccola Matilde.
Nel mese di Agosto del 2018, Francesca (che all’epoca allattava il suo bimbo di 9 mesi) scopriva di essere incinta. Effettuava la prima ecografia e scopriva che il feto era già di quattro mesi. Come sempre accade alla notizia di una nuova vita in arrivo, passato lo sgomento iniziale e la paura per il nuovo assetto familiare con due bambini così piccoli, Marco e Francesca cominciavano a progettare il loro futuro in quattro.
La gravidanza procedeva regolare, Francesca stava bene. Il 13 ottobre veniva fissata la tanto attesa ecografia morfologica nel corso della quale si sarebbe saputo il sesso del piccolo in arrivo.
Diego, il ginecologo, effettuava l’ecografia ed evidenziava un grave difetto cardiaco, oltre alla presenza di labiopalatoschisi completa (il cosiddetto labbro leporino) e i piedini torti; veniva quindi posto il sospetto che la bimba (è quasi certamente femmina!) fosse affetta da una sindrome. Per dare un nome alla patologia sospettata, Francesca veniva immediatamente sottoposta ad amniocentesi e villocentesi. Erano necessari tre giorni per avere i risultati e nel frattempo Marco e Francesca venivano inviati presso altri specialisti al fine di identificare tutti i possibili difetti della loro bimba e se questi erano eventualmente correggibili chirurgicamente, in particolare quelli cardiaci.
Ancora una volta era chiara la presenza di una sindrome complessa e poche speranze venivano date ai genitori, veniva loro spiegato che la bambina difficilmente sarebbe nata e anche nell’evenienza, sarebbe morta poco dopo la nascita. Marco e Francesca venivano quindi posti davanti alla scelta se portare avanti una gravidanza che non aveva speranza di sopravvivenza o se volevano interromperla a norma di legge (legge 22 maggio 1978 – https://www.documentazione.info/il-testo-della-legge-194-sullaborto-0).
Mancavano pochi giorni, dovevano decidere in fretta. La scelta sembrava scontata, non venivano date alternative. Lo sgomento era tanto, la paura anche. Numerose domande si affacciavano nelle menti dei genitori di Matilde (questo il nome scelto per lei), temevano di far soffrire la piccola, di condannarla a nascere per morire, di portare avanti una gravidanza solo per il proprio egoismo. Quella notte, mentre Francesca interrogava la sua Anima alla ricerca di una risposta, Matilde le dava un calcio, il primo. Ogni nube si dissolveva, la scelta veniva fatta. Il giorno successivo, Diego comunicava i risultati degli esami genetici effettuati.
Marco e Francesca, prima di conoscere il nome della malattia che affliggeva la loro bambina comunicavano al ginecologo la decisione di portare avanti la gravidanza, di dare la possibilità a Matilde di vivere tutto il tempo che le era stato messo a disposizione. La diagnosi era trisomia 13, una patologia cromosomica “incompatibile con la vita”. Tale consapevolezza non cambiava la decisione dei genitori. Matilde era viva, era con loro e mostrava una gran voglia di conoscerli. Marco e Francesca decidevano quindi di battezzare Matilde ancora nel pancione e questa scelta li rendeva profondamente sereni.
La gravidanza procedeva bene, Matilde cresceva regolarmente, mostrava una forza inaspettata, esprimeva dei gusti precisi e partecipava, a suo modo, alla vita famigliare. Se nel caso dell’interruzione di gravidanza l’iter è codificato e sottoposto a delle leggi precise, la scelta di portare avanti la gestazione è così inusuale da non essere contemplato nei protocolli ospedalieri.
Diego fortunatamente conosceva un neonatologo che, venuto a conoscenza della storia di Matilde, decideva di voler far parte della sua storia e di volerla incontrare.
I mesi passavano e contro ogni pronostico Matilde arrivava a termine. I medici decidevano per il taglio cesareo per assecondare la volontà dei genitori di incontrare e conoscere Matilde. Il parto veniva espletato alle ore 10:35 del giorno 13 del mese di Febbraio dell’anno 2019. Matilde veniva alla luce e riceveva immediatamente il Battesimo, secondo il grande desiderio di Marco e Francesca di affidare la loro bambina al Cielo.
Nessuno sapeva quanto tempo Matilde sarebbe sopravvissuta, minuti, ore o giorni. Tutto veniva predisposto per permettere ai genitori di condividere ogni istante con la loro bambina. Matilde ha dormito sul petto della sua mamma (skin to skin), ha mangiato il colostro, ha pianto, ha ricevuto baci e coccole, ha sporcato il pannolino, ha conosciuto suo fratello e tutte le persone più care, ha ricevuto regali e tenerezze.
La notte del 15 febbraio si manifestavano i primi segni di cedimento del cuoricino di Matilde che, tra le braccia di mamma e papà riceveva la morfina. Il farmaco faceva pian piano effetto e Matilde alle ore 8:30 si addormentava serena nel caldo e rassicurante abbraccio dei suoi genitori.
Matilde è vissuta 9 mesi e 2 giorni, ha passato ogni istante circondata dall’amore dei suoi genitori, del suo fratellino e di tutti i parenti e amici.
L’organizzazione di volontariato “Nel segno di Matilde” nasce dalla convinzione che Matilde sia stata tra noi con uno scopo, far sapere che esiste un’alternativa all’aborto e che per effettuare una scelta consapevole sia necessario valutare tutte le possibili opzioni.
Da un lato diventa quindi importante dare ai genitori tutto il supporto possibile, sia esso medico, psicologico e spirituale (ove richiesto), ma diventa altresì fondamentale far conoscere alla comunità medica che esiste una strada percorribile oltre a quella dell’interruzione volontaria.
La nostra ODV vuole quindi:
Per la tutela della salute e del ben-essere del singolo, della coppia, della famiglia
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Una guida pratica per le donne che scelgono di partorire in Fondazione Poliambulanza.
Tutti i servizi Welfare per le aziende che hanno a cuore la salute dei propri dipendenti
Il nuovo punto di riferimento dei bresciani.