Cos’è e quando si utilizza
L’ablazione a Radiofrequenza è una tecnica terapeutica eseguita attraverso delle sonde in grado di generare delle onde elettromagnetiche, capaci di danneggiare e distruggere tessuti patologici. Un importante applicazione terapeutica di questa tecnica è rappresentata dal trattamento dell’esofago di Barrett.
Cos’è l’esofago di Barret?
L’esofago di Barrett è un disturbo che interessa le pareti dell’esofago, ovvero il canale muscolare attraverso cui il boccone alimentare giunge dalla bocca allo stomaco.
L’esofago normale è rivestito internamente da un epitelio pluristratificato non cheratinizzato, simile a grandi linee alla cute, adatto a proteggerlo dai traumi fisiologicamente causati dal passaggio di cibo al suo interno. Quando si sviluppa l’esofago di Barrett, il normale epitelio di rivestimento dell’esofago, in risposta ai ripetuti insulti si modifica e assume delle caratteristiche simili a quelle delle pareti dell’intestino.
Tale processo prende il nome di metaplasia: un processo di adattamento che a lungo andare può però condurre a problemi rilevanti come la displasia e il cancro. Alla luce di ciò, è molto importante saperlo riconoscere e trattarlo, risolvendo le cause che l’hanno determinato.
Di per sé, non comporta particolari sintomi e spesso passa inosservato. Può però talvolta associarsi a dolori allo stomaco, perdita dell’appetito, oppure nausea.
Le cause alla base di questa patologia non sono ancora del tutto chiare. Tuttavia, esistono chiari fattori di rischio associati allo sviluppo di tale condizione, tra cui ricordiamo
La procedura
L’ablazione con radiofrequenza è una possibilità terapeutica eseguita per via endoscopica nei pazienti affetti da esofago di Barrett con displasia. Viene eseguita tramiti appositi strumenti che comprendono il generatore di radiofrequenza e vari cateteri, da utilizzare a seconda della lesione presente.
I pazienti affetti da esofago di Barrett con displasia ad alto grado sono i candidati ideali per sottoporsi a questa tecnica. Più discussa è l’indicazione nei pazienti con displasia di basso grado, nei quali alcuni autori propongono una stretta sorveglianza endoscopica. Vanno comunque considerati diversi fattori come l’età, le comorbidità, il rischio di eventi avversi post-procedura e le preferenze del paziente.
Nei pazienti affetti invece da esofago di Barrett senza displasia il ricorso a questa tecnica sembra essere inappropriato ma può essere considerato per pazienti molto selezionati.
L’ablazione con radiofrequenza è un trattamento a ridotta invasività, effettuato in corso di una gastroscopia in sedazione lieve o profonda, della durata di pochi minuti (5-20min).
Possono essere eseguite due tecniche diverse. La prima è la cosiddetta ablazione circonferenziale, eseguita con l’ausilio di un catetere a palloncino che contiene un elettrodo capace di applicare una radiofrequenza calibrata in base al diametro interno dell’esofago.
In caso di lesioni su aree di piccola entità può essere invece utilizzata la procedura di ablazione focale, nella quale l’energia elettrica è generata da un elettrodo posto sulla punta dell’endoscopio.
E dopo la procedura?
Dopo la procedura di ablazione è importante assumere una terapia di soppressione delle secrezione acida gastrica con un %prazolo, sucralfato e ranitidina per 2 settimane, usando poi gli inibitori di pompa come terapia di mantenimento. È necessario assumere una dieta liquida nelle 24 ore successiva alla procedura, passando poi gradualmente a una dieta morbida ed infine libera, anche in base alle condizioni soggettive del paziente. Potrebbero infatti apparire disturbi come disconfort toracico, gola infiammata, difficoltà o dolore a deglutire e nausea. Per il dolore può essere utilizzato il paracetamolo, mentre potrebbe essere necessario ricorrere a farmaci antiemetici per la nausea.
Complicanze
Come ogni procedura, anche l’ablazione a radiofrequenza è gravata da possibili complicanze. Tra queste vanno ricordate:
Follow up
Successivamente alla procedura è indicato eseguire un controllo endoscopico a 3 mesi e programmare il successivo follow-up in base al grado di displasia. Un eventuale secondo intervento di ablazione con radiofrequenza può essere eseguito dopo 12 settimana dal trattamento precedente.
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