Il cheratocono è una malattia degenerativa della cornea, la quale tende ad assottigliarsi e ad assumere una forma conica in conseguenza alla perdita della sua rigidità strutturale. I soggetti maggiormente colpiti da cheratocono sono coloro che hanno una predisposizione genetica a malattie di tipo allergico o a reazioni anafilattiche (atopia). Generalmente, la patologia si manifesta già dai primi anni di vita o nel periodo della pubertà, continua il suo sviluppo fino all’età adulta e si arresta spontaneamente attorno ai 40 anni.
Le cause che determinano il cheratocono non si conoscono in maniera certa, ma si ipotizza che l’insorgenza della malattia sia strettamente correlata a fattori genetici, fattori esterni (es: microtraumi da sfregamento), disfunzioni delle ghiandole endocrine o predisposizioni allergiche. Responsabili della comparsa di cheratocono anche le anomalie nel funzionamento dei cheratociti, ovvero delle cellule deputate al rinnovamento del tessuto corneale.
La cura del cheratocono può avvenire secondo diverse tecniche, che vengono scelte in base allo stadio di avanzamento della malattia, alle condizioni generali di salute del paziente, alla compresenza di altre patologie e – soprattutto – in base allo spessore della lente corneale.
Presso il reparto oculistico dell’istituto ospedaliero Poliambulanza è possibile affidarsi a degli specialisti riconosciuti a livello internazionale per curare e operare il cheratocono. La nostra struttura ospedaliera, certificata all’“eccellenza” da parte della Joint Commission International, ha seguito negli anni innumerevoli pazienti che hanno affidato a noi la salute dei loro occhi. L’esecuzione degli interventi e dei trattamenti per il cheratocono viene svolta in contesti di totale sicurezza e con le tecnologie più all’avanguardia, sotto la supervisione del responsabile dell’U.O. di oculistica Dr. Vincenzo Miglio. In trent’anni di carriera, il Dottor Miglio ha eseguito più di 16.000 interventi chirurgici per curare diverse patologie, tra le quali, appunto, il cheratocono. La pluriennale esperienza del Dr. Miglio e la competenza della sua equipe medica dell’unità operativa di oculistica rappresentano un’assoluta garanzia per tutti coloro che vogliono curare il loro cheratocono senza preoccupazioni.
La cura del cheratocono può avvenire secondo diverse tecniche, che vengono scelte in base allo stadio di avanzamento della malattia, alle condizioni generali di salute del paziente, alla compresenza di altre patologie e – soprattutto – in base allo spessore della lente corneale. Tra le varie tipologie di trattamento, citiamo:
Lenti a contatto e occhiali non rappresentano un trattamento terapeutico per la cura del cheratocono; tuttavia il loro utilizzo può essere indicato per aumentare l’acutezza visiva indebolita a causa dell’assottigliamento della cornea.
Il cross-linking corneale è una terapia indicata in caso di cheratocono e ha lo scopo primario di rinforzare la superficie corneale nel caso in cui quest’ultima risulti indebolita e deformata. Il trattamento viene svolto in anestesia locale e consiste nell’istillazione di vitamina B2 (Riboflavina) all’interno dell’occhio.
La riboflavina è una sostanza fotosensibile che, sotto irradiazione diretta di raggi UV, contribuisce al rinforzamento della cornea creando dei nuovi collegamenti tra le fibre di collagene che costituiscono lo stroma.
Il cross linking corneale può essere eseguito secondo due tecniche:
Entrambe le tecniche risultano assolutamente sicure ed efficaci. La scelta di una piuttosto che dell’altra viene effettuata dal medico oculista in base alle caratteristiche dell’occhio e alle condizioni della cornea del paziente.
Gli anelli intrastromali sono degli elementi in PMMA di forma semisferica o ad arco che, se inseriti all’interno dell’occhio, consentono di regolarizzare le porzioni centrali della cornea, riducendone l’irregolarità e le conseguenti aberrazioni ottiche.
L’impianto di anelli intrastromali, che vengono inseriti all’interno di “tunnel” scavati nell’occhio per mezzo del femtolaser, garantisce un notevole miglioramento qualitativo della vista, ma può essere effettuato solo nelle forme meno gravi di cheratocono, su pazienti la cui cornea non sia eccessivamente sottile o offuscata.
L’intervento viene effettuato in anestesia locale e ha una durata di circa 10 minuti. Dopo l’intervento, il paziente deve indossare delle lenti protettive e seguire con attenzione le indicazioni del medico oculista.
L’impianto di anelli intrastromali è reversibile e compatibile con altri trattamenti per la cura del cheratocono (cross-linking, prk, cheratoplastica ecc..).
Negli stadi più gravi di cheratocono, quando i trattamenti sopra citati non risultano sufficienti alla risoluzione della malattia, può essere necessario eseguire un trapianto di cornea (cheratoplastica). Questa soluzione viene considerata solo nei casi in cui la cornea è eccessivamente danneggiata e quindi a rischio di perforazione. Un tempo si eseguiva la sostituzione totale della cornea (cheratoplastica perforante), ma oggi, grazie alle moderne tecniche chirurgiche, è possibile sostituire solo la parte malata del tessuto corneale (cheratoplastica lamellare), provocando al paziente minor dolore e minor fastidio in fase post-operatoria.
Cheratoplastica Perforante
La cheratoplastica perforante (PKP) è la prima tecnica di trapianto della cornea e, attualmente, risulta essere la più diffusa in tutto il mondo. La procedura consiste nella sostituzione a tutto spessore della cornea danneggiata con un nuovo tessuto corneale proveniente da un donatore umano. L'innesto della nuova cornea richiede diversi punti di sutura, la cui rimozione può avvenire anche dopo 12 mesi dall’intervento. L'operazione di cheratoplastica perforante può avvenire in anestesia generale o in anestesia locale e ha una durata di circa 45-60 minuti, anestesia compresa. Di norma, è previsto il ricovero ospedaliero di una notte, per tenere il paziente sotto osservazione. Dopo l’intervento, il recupero delle facoltà visive può avere una durata più o meno lunga.
Cheratoplastica Lamellare
La cheratoplastica lamellare consiste nella sostituzione della sola porzione di cornea danneggiata, al fine di preservare il tessuto corneale originale sano e l’integrità dell’occhio. Dopo aver asportato i tessuti di cornea danneggiati, il medico chirurgo oculista provvede all’applicazione degli strati di cornea sani provenienti da un donatore. L’innesto di tali strati prevede la successiva realizzazione di molteplici punti di sutura. La cheratoplastica lamellare può essere di tipo lamellare anteriore – se gli strati sostituiti sono quelli più esterni della cornea – o di tipo lamellare anteriore profonda – se gli strati sostituiti sono quelli più centrali della cornea. Una volta terminata la procedura, il paziente può fare rientro a casa, a meno che le sue condizioni siano poco stabili.
Medico responsabile U.O.
Dr. Miglio Vincenzo
Scienze Chirurgiche
Direttore U.O./Servizio:
U.O. Oculistica
Dettaglio Unità Operativa
Ubicazione: Area A Piano 3
Telefono: 030/3518969
E-mail: ocu.segreteria@poliambulanza.it
Coordinatore: Simonetta Predolini
Ambulatori:
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