Per chiusura percutanea di auricola sinistra si intende una procedura che ha come scopo di evitare l’ictus dovuto da trombi che si formano all’interno del cuore durante la fibrillazione atriale. Questo è possibile mediante il posizionamento di un dispositivo/tappo all’interno di una cavità nella quale possono formarsi i trombi così da chiuderla ermeticamente.
La fibrillazione atriale è la più comune aritmia cardiaca oggi conosciuta, interessa 1-2% della popolazione mondiale generale.
In questa popolazione il rischio di ictus è pari al 5% annuo con incremento progressivo all’aumentare dell’età; questo è la terza causa di morte al mondo e la prima causa di disabilità, spesso irreversibile. L’87% degli eventi ischemici in questione è di origine trombo-embolica, quasi totalmente provocato da trombi derivanti dall’auricola sinistra.
La prevenzione degli eventi embolici in corso di fibrillazione atriale è affidata a farmaci anticoagulanti (Warfarin o Nuovi anticoagulanti orali quali Dabigatran, Rivaroxaban, Apixaban, Edoxaban…) secondo il rischio calcolato sul singolo paziente (CHA2-DS2-VASc). Questi farmaci, riducono la capacità coagulativa dell’individuo, e quindi la formazione di trombi, ma espongono ad un inevitabile percentuale di sanguinamenti, che nel 2-3% dei casi possono essere intracranici.
Per tale motivo, la valutazione dell’ottimale terapia in corso di fibrillazione atriale consta anche di una valutazione del rischio emorragico (HASBLED).
I pazienti con elevato rischio trombo embolico, che quindi richiedono una terapia antitrombotica, e con elevato rischio emorragico, che ne controindicherebbe l’utilizzo, sono candidabili alla chiusura dell’auricola sinistra.
La procedura viene condotta mediante l’introduzione di cateteri attraverso una vena femorale, il passaggio da atrio destro ad atrio sinistro mediante una puntura tran-settale, ed il posizionamento di un dispositivo preformato all’interno della cavità auricolare così da ottenere la sua completa esclusione. La procedura è guidata da immagini ecocardiografiche trans esofagee e da immagini radiologiche con utilizzo di mezzo di contrasto.
La procedura è effettuata nel laboratorio di emodinamica da un’equipe dedicata di medici e personale infermieristico, la visualizzazione delle diverse strutture vascolari avviene mediante tecnica radiologica e può essere completata dall’iniezione di mezzo di contrasto iodato, talvolta anche attraverso accessi arteriosi periferici. L’intervento viene eseguito in anestesia generale e coadiuvato dalla concomitante esecuzione di un ecocardiogramma transesofageo e/o ecocardiogramma intracardiaco (attraverso particolari cateteri introdotti per via venoso femorale) allo scopo di meglio definire l’anatomia delle cavità cardiache e guidare il corretto posizionamento del “dispositivo” verificando eventuali pertugi residui. Dopo l’intervento è prescritta una terapia antiaggregante della durata variabile.
La complicanza più frequente (2.2%) risulta la perforazione delle pareti cardiache con conseguente versamento pericardico e tamponamento cardiaco, evenienza che richiede drenaggio pericardico percutaneo e/o riparazione chirurgica.
Sono inoltre decritti rari casi di impossibilità al posizionamento del device con conseguente interruzione della procedura.
La dislocazione del dispositivo dalla sua posizione, fatto che rende necessario il suo recupero dal cuore o dalla circolazione mediante catetere o mediante un intervento chirurgico, è evenienza che occorre assai raramente (<0.5%).
Altre rare complicazioni sono le embolie d’aria delle arterie, l’infarto miocardico per chiusura delle coronarie (queste complicazioni si manifestano in meno del 0,5% dei casi).
Dopo l’intervento si possono manifestare disturbi del ritmo cardiaco tali da giustificare in certi casi un trattamento farmacologico.
In alcuni casi l’intervento non porterà ad una chiusura completa dell’auricola e potrà rendersi necessario un secondo trattamento farmacologico.
Raramente nell’ambito di questo tipo di intervento possono verificarsi ematomi nel luogo della puntura venosa femorale.
Altre serie complicazioni (allergie/reazioni avverse ai medicamenti somministrati o al mezzo di contrasto, disturbi della circolazione cerebrale, renale ed alle gambe legata alla formazione di piccoli coaguli) sono molto rare e non superano l’1% delle indagini.
Tenuto inoltre conto di un piccolo rischio di infezione batterica verrà somministrato un antibiotico durante l’intervento. Un trattamento antibiotico è pure necessario durante i primi mesi dopo l’impianto in caso di interventi dentari o di febbre di origine non chiara.
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