Il cheratocono è una malattia degenerativa della cornea, la quale tende ad assottigliarsi e ad assumere una forma conica in conseguenza alla perdita della sua rigidità strutturale. I soggetti maggiormente colpiti da cheratocono sono coloro che hanno una predisposizione genetica a malattie di tipo allergico o a reazioni anafilattiche (atopia). Generalmente, la patologia si manifesta già dai primi anni di vita o nel periodo della pubertà, continua il suo sviluppo fino all’età adulta e si arresta spontaneamente attorno ai 40 anni.
Le cause che determinano il cheratocono non si conoscono in maniera certa, ma si ipotizza che l’insorgenza della malattia sia strettamente correlata a fattori genetici, fattori esterni (es: microtraumi da sfregamento), disfunzioni delle ghiandole endocrine o predisposizioni allergiche. Responsabili della comparsa di cheratocono anche le anomalie nel funzionamento dei cheratociti, ovvero delle cellule deputate al rinnovamento del tessuto corneale.
Negli stadi più gravi di cheratocono può essere necessario eseguire un trapianto di cornea (cheratoplastica). Questa soluzione viene considerata solo nei casi in cui la cornea è eccessivamente danneggiata e quindi a rischio di perforazione. Un tempo si eseguiva la sostituzione totale della cornea (cheratoplastica perforante), ma oggi, grazie alle moderne tecniche chirurgiche, è possibile sostituire solo la parte malata del tessuto corneale (cheratoplastica lamellare), provocando al paziente minor dolore e minor fastidio in fase post-operatoria.
La cheratoplastica perforante (PKP) è la prima tecnica di trapianto della cornea e, attualmente, risulta essere la più diffusa in tutto il mondo. La procedura consiste nella sostituzione a tutto spessore della cornea danneggiata con un nuovo tessuto corneale proveniente da un donatore umano. L'innesto della nuova cornea richiede diversi punti di sutura, la cui rimozione può avvenire anche dopo 12 mesi dall’intervento. L'operazione di cheratoplastica perforante può avvenire in anestesia generale o in anestesia locale e ha una durata di circa 45-60 minuti, anestesia compresa. Di norma, è previsto il ricovero ospedaliero di una notte, per tenere il paziente sotto osservazione. Dopo l’intervento, il recupero delle facoltà visive può avere una durata più o meno lunga.
La cheratoplastica lamellare consiste nella sostituzione della sola porzione di cornea danneggiata, al fine di preservare il tessuto corneale originale sano e l’integrità dell’occhio. Dopo aver asportato i tessuti di cornea danneggiati, il medico chirurgo oculista provvede all’applicazione degli strati di cornea sani provenienti da un donatore. L’innesto di tali strati prevede la successiva realizzazione di molteplici punti di sutura. La cheratoplastica lamellare può essere di tipo lamellare anteriore – se gli strati sostituiti sono quelli più esterni della cornea – o di tipo lamellare anteriore profonda – se gli strati sostituiti sono quelli più centrali della cornea. Una volta terminata la procedura, il paziente può fare rientro a casa, a meno che le sue condizioni siano poco stabili.
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