La sensibilità al contrasto è la capacità degli occhi di individuare le varie tonalità di uno stesso colore. Di norma, questa sensibilità è molto elevata ma può venir meno nel caso in cui l’occhio sia affetto da malattie del nervo ottico o da malattie che compromettono la trasparenza dei mezzi visivi (cataratta). Il fine ultimo del test è quello di ricercare il valore minimo del contrasto che il soggetto è in grado di percepire. Tale valore può cambiare in base all’età, al diametro della pupilla, alla trasparenza dei mezzi diottrici.
Per lo svolgimento del test di sensibilità al contrasto viene chiesto al paziente di accomodarsi di fronte a un ottotipo retroilluminato i cui caratteri hanno un contrasto via via decrescente. Il medico oculista chiede, quindi, al paziente di riconoscere i caratteri partendo dalla riga dai colori più intensi fino a quella con i colori più sbiaditi e di riferire i punti in cui è in grado di percepire lo stimolo visivo. Il medico trascriverà i valori indicati dal paziente su di uno schema dal quale sarà possibile ricavare la curva di sensibilità al contrasto.
Data la sua estrema semplicità, il test può essere effettuato anche su pazienti molto piccoli.
Medico responsabile U.O.
Dr. Miglio Vincenzo
Scienze Chirurgiche
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U.O. Oculistica
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