La dismenorrea è un insieme di sintomi, quali dolore addominale crampiforme, lombalgia, dissenteria o stipsi, mal di testa, che colpiscono un numero moto alto di donne nella fase premestruale, e che normalmente raggiungono la massima intensità del dolore nelle prime 24 ore dopo la comparsa del flusso mestruale e possono protrarsi per 2-3 giorni.
La dismenorrea può essere primaria quando si presenta fin dal menarca (prima mestruazione) e non è causata da alcuna patologia specifica. E’ la più frequente. Può attenuarsi durante la giovinezza e diminuire fino alla scomparsa in occasione della gravidanza.
Durante la fase mestruale del ciclo l'utero si contrae per espellere le cellule dell’endometrio da eliminare. Le prostaglandine, sostanze che vengono prodotte all’interno dell’organismo, connesse all’attività dell’utero e alla sua maturazione, sono responsabili dei dolori uterini e determinano i dolori mestruali. A seconda del loro livello, le prostaglandine possono aumentare l'infiammazione, innescando la contrazione muscolare uterina. Più è alto il livello di prostaglandine e maggiore sarà l'intensità del dolore mestruale.
Un dolore mestruale lieve non necessita né di visite ginecologiche né di esami diagnostici. In caso il dolore fosse accentuato, ricorrente e impedisse le normali attività della donna, è consigliato sottoporsi ad accertamenti: una visita ginecologica con ecografia pelvica permetterà di valutare l’eventuale presenza di patologie specifiche.
La dismenorrea secondaria è invece legata a patologie ginecologiche come l'endometriosi, l'adenomiosi, fibromi uterini, infezioni o stenosi (restringimenti) della cervice uterina.
Oltre all’ecografia pelvica, tra le tecniche diagnostiche vengono utilizzate la tac, la risonanza magnetica, l'isteroscopia (ovvero l’utilizzo di una microtelecamera inserita in un tubicino di 2-5 mm che viene fatto risalire fino all'utero per controllarne la cavità) e la laparoscopia (l’indagine effettuata con una microtelecamera collocata in un microcatetere che accede alle aree da controllare mediante una piccola incisione in prossimità dell'ombelico).
Se dall’indagine diagnostica non emergesse alcuna malattia ginecologia per risolvere il disturbo, lo specialista o il medico di medicina generale potranno consigliare l’assunzione di farmaci antinfiammatori-antidolorifici a copertura del sintomo.
Se la terapia con antidolorifici non fosse sufficiente si può ricorrere alla pillola che sopprimendo l'ovulazione consente di evitare o ridurre in modo significativo la dismenorrea e la sua sintomatologia. Laddove si continuasse a percepire dei dolori mestruali si consiglia l’assunzione di antidolorifici al bisogno.
Per chi preferisse l’utilizzo di integratori, è bene ricordare l’efficacia di sostanze naturali come il magnesio e la vitamina B1, da assumere nella settimana che precede la comparsa del ciclo.
In caso di dismenorrea secondaria, invece, il trattamento varierà a seconda della causa.
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