L’Esofago di Barrett (EB) è un disturbo che interessa le pareti dell’esofago, ovvero il canale muscolare attraverso cui il boccone alimentare giunge dalla bocca allo stomaco.
L’esofago normale è costituito da un rivestimento epiteliale pluristratificato non cheratinizzato, simile a grandi linee alla cute, adatto a proteggerlo dai traumi fisiologicamente causato dal passaggio di cibo al suo interno. Quando si sviluppa l’esofago di Barrett, il normale epitelio di rivestimento dell’esofago, in risposta ai ripetuti insulti, tra i quali l’acido proveniente dallo stomaco, si modifica ed assume delle caratteristiche simili a quelle delle pareti del duodeno, il primo tratto dell’intestino tenue. Tale processo prende il nome di metaplasia: un processo di adattamento che a lungo andare può però condurre a problemi rilevanti come la displasia e il cancro.
Spesso è una complicanza della Malattia da Reflusso Gastroesofageo (MRGE). L’Esofago di Barrett si sviluppa infatti nel 15-20% dei pazienti affetti da MRGE, colpendo principalmente gli uomini sopra i 50 anni. Questa patologia rappresenta il principale fattore di rischio per adenocarcinoma esofageo, per questo motivo la sinergia tra endoscopista e patologo è fondamentale per la sua individuazione. In particolare, il rischio di sviluppare un adenocarcinoma correlato alla patologia è stimabile nello 0,3% per anno per paziente (3 pazienti ogni mille).
L’Esofago di Barrett è il più delle volte una conseguenza del reflusso gastroesofageo; tra l’esofago e lo stomaco è presente una valvola, chiamata sfintere gastroesofageo, che regola il transito del cibo e che impedisce al contenuto acido dello stomaco di risalire nell’esofago. Quando questa non funziona correttamente, la mucosa dell’esofago subisce una progressiva modifica come difesa ai continui attacchi acidi del reflusso.
I soggetti maggiormente esposti a rischio per la patologia rispondono ai seguenti fattori:
Di per sé, non comporta particolari sintomi e spesso passa inosservato. Può però talvolta associarsi ai sintomi più comuni della Malattia da reflusso Gastroesofageo:
In caso di sintomi compatibili con la malattia e di chiari fattori di rischio, la diagnosi dell’Esofago di Barrett avviene mediante esame endoscopico (esofagogastroduodenoscopia) che rappresenta, ad oggi, l’unico metodo in grado di definire, insieme all’esame istologico, la presenza dell’EB.
L’endoscopia prevede l’inserimento di un sottile tubicino (endoscopio) munito di telecamera e fonte luminosa lungo la gola del paziente; questo permette allo specialista di esaminare lo stato di salute dell’epitelio esofageo e di prelevare piccoli campioni di tessuto da analizzare successivamente al microscopio.
Il trattamento di questa condizione varia a seconda del caso:
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