Viene diagnosticata come incontinenza urinaria la perdita non occasionale e non volontaria di urina.
Si riscontra più frequente nel mondo femminile rispetto a quello maschile.
Colpisce ogni fascia di età, registrando un 20% dei casi in donne al di sotto dei 30 anni, un 40% in donne con età compresa tra i 30 e i 50 anni e il rimanente in donne in menopausa.
L’incontinenza urinaria viene classificata in diverse tipologie:
L’incontinenza da stress è quella che viene causata dallo sforzo fisico, come quello prodotto da starnuti, tosse, risate, sollevamento di oggetti pesanti sui muscoli, che controllano la continenza. Quando le fasce muscolari che sostengono l’utero, l’uretra, la vescica e il retto, ovvero il cosiddetto pavimento pelvico, si indeboliscono, lo sfintere uretrale non riesce a contrastare la pressione addominale derivante dallo sforzo e rilascia urina in modo involontario.
Quali sono le cause di indebolimento del pavimento pelvico?
Nella donna lo stato di gravidanza, la condizione di obesità, la minore prestanza muscolare tipica della menopausa, la minore tonicità provocata da chirurgia pelvica o da invecchiamento sono i principali responsabili dell’incontinenza urinaria da stress.
In menopausa i cambiamenti ormonali, in particolare la minore produzione degli estrogeni, incidono sulla dimensione, sulla forza e tonicità dei muscoli addominali determinando un cambiamento di posizione della vescica, che facilita la condizione di incontinenza. Anche il tessuto del tratto urinario e vaginale durante la terza età si fa più secco, sottile e meno elastico, rendendo più probabile l’insorgenza di questo disturbo.
Ugualmente gli uomini possono essere soggetti a incontinenza urinaria da stress, provocata da complicanze post-chirurgiche negli interventi di ipertrofia prostatica o cancro della prostata.
L’incontinenza da urgenza viene definita la condizione per cui l’individuo sente un’improvvisa e incontenibile necessità di urinare, senza avere il tempo di raggiungere un bagno. Questo tipo di disagio è provocato da un’anomala contrazione della vescica, che viene detta iperattiva.
La causa dell’incontinenza da urgenza viene rintracciata in soggetti che hanno subito lesioni del midollo spinale, oppure come conseguenza post-chirurgica, in pazienti colpiti da Alzheimer o da sclerosi multipla.
Si parla di incontinenza mista quando sono presenti contemporaneamente i sintomi dell’incontinenza da stress e da urgenza.
Siamo in presenza di un caso di incontinenza urinaria da rigurgito quando la perdita si verifica poiché si va oltre la capacità massima della vescica di contenere le urine. Il superamento della capacità contenitiva si raggiunge poiché il soggetto ha un ridotto stimolo alla minzione, spesso associato ad un incompleto svuotamento della vescica. Le cause di questo stato sono simili a quelle dell’incontinenza da urgenza.
L’incontinenza urinaria funzionale è determinata dall’incapacità di raggiungere il bagno in tempo a causa di una disabilità fisica o cognitiva, pur in presenza di un normale controllo della minzione. Si verifica in particolare in occasione di fragilità cognitive, come per esempio nelle demenze senili.
Le cause dell’incontinenza urinaria sono:
Alcuni sostanze e cibi: mele, caffè, uva, ananas, fragole, limone, zucchero, aceto, pomodoro, tè e bevande gassate
Tra i fattori che aumentano il grado di incontinenza ricordiamo il parto per via naturale, poiché la regione pelvica subisce un importante stress, e alcuni interventi chirurgici quali per esempio l’isterectomia (rimozione dell’utero).
Esistono fattori legati alla predisposizione dell’individuo, quali l’ereditarietà (le figlie di madri incontinenti hanno un rischio 3 volte più grande di soffrire del disturbo), le malattie neurologiche, ad es. l’85% delle donne malate di Parkinson ne soffre così come il 50-80% di quelle affette da sclerosi multipla, il prolasso uterino.
Per comprendere la tipologia di incontinenza è bene valutare insieme al proprio medico la frequenza e le caratteristiche dell’incontinenza. Potrebbe essere utile che il paziente condividesse un diario dell’attività minzionale sospetta.
Il medico potrà definire la tipologia di incontinenza e prescrivere gli eventuali approfondimenti diagnostici conoscendo la storia del paziente stesso, gli interventi di chirurgia subiti, le gravidanze pregresse, lo stato generale di salute fisica e cognitiva.
La competenza medica del disturbo al femminile è del ginecologo e dell’urologo, ancor meglio sarebbe far valutare il caso ad un uroginecologo, lo specialista più indicato in caso fosse necessario intervenire con un approccio diagnostico e terapeutico impegnativo.
Il ginecologo potrà determinare la presenza di un eventuale prolasso attraverso l’esame pelvico in cui si osservano ed esplorano le pareti vaginali.
Da valutare sono anche la mobilità uretrale, la tonicità e la forza contrattile del muscolo elevatore dell’ano e la sensibilità perineale.
Per valutare se l’incontinenza si verifica durante lo sforzo fisico di consiglia di eseguire il “test della tosse”: a vescica piena, la paziente è invitata a tossire sia in posizione ginecologica che in posizione eretta e l’esaminatore verifica e valuta l’eventuale perdita di urina. Questo test risulta essere abbastanza attendibile risultando positivo nel 90% di casi di donne che soffrono di incontinenza da sforzo.
Il trattamento dell’incontinenza urinaria più comune e non grave trova un ausilio importante nella terapia conservativa, che prevede la pratica degli esercizi di Kegel: contrazioni volontarie dei muscoli del pavimento pelvico, che sostengono utero, uretra, vescica e retto, volti a migliorarne il tono muscolare. Vengono insegnati alla paziente per essere eseguiti quotidianamente.
In specifici casi il medico potrebbe incoraggiare il paziente ad assumere un adeguato volume di liquidi per la tendenza a limitare gli episodi di incontinenza.
Ai pazienti obesi verrà consigliato di perdere peso.
Laddove necessario lo specialista prescriverà un trattamento farmacologico.
L’intervento chirurgico è un trattamento avanzato, deciso a fronte di una diagnosi specifica che lo rende necessario e improrogabile, per esempio in presenza di un prolasso. Per una diagnosi approfondita, volta a verificare il prolasso, si effettueranno esami strumentali specifici come la cistoscopia e la cistouretrografia minzionale.
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