L'iperparatiroidismo è una condizione clinica correlata all'eccessiva sintesi e secrezione dell'ormone paratormone secreto dalle paratiroidi, quattro piccole ghiandole situate sulla faccia posteriore della tiroide. Esso esercita un effetto ipercalcemizzante mobilizzando il calcio dalle ossa, stimolandone l'assorbimento intestinale e diminuendone l'escrezione urinaria.
Per questo le forme di iperparatiroidismo si accompagnano all'aumentata concentrazione di calcio nel sangue (ipercalcemia).
Possiamo parlare di tre forme di iperparatiroidismo: primitivo secondario e terziario.
La condizione di ipercalcemia può portare a manifestazioni neurologiche come labilità emotiva, depressione, difficoltà di concentrazione, manifestazioni renali (calcolosi), manifestazioni ossee quali fragilità ossea, fratture per traumi minimi, manifestazioni gastrointestinali con iperacidità gastrica e dolori addominali. Altri sintomi legati alla deposizione di sali di calcio nei tessuti molli possono essere la cheratite a livello corneale, le tendiniti calcifiche, calcificazione a carico delle cartilagini articolari, del rene e del pancreas.
Spesso la scoperta dell'iperparatiroidismo rappresenta un evento casuale, legato al riscontro di ipercalcemia durante un controllo di routine.
Il riscontro di iperparatiroidismo dà quindi il via a tutta una serie di approfondimenti diagnostici per evidenziare lo stadio e le complicanze della malattia. Verrà quindi eseguita una densitometria ossea per accertare il grado di mineralizzazione dello scheletro, una ecografia addominale per accertare la presenza di calcoli renali; verranno effettuate anche i test di funzionalità renale.
Il trattamento dell'iperparatiroidismo dipende dalla gravità della malattia. Nei casi più lievi, esenti da sintomi apprezzabili, può essere sufficiente un attento monitoraggio della condizione.
Viceversa, quando la malattia è sintomatica si rendono necessari interventi terapeutici mirati; nella maggior parte dei casi gli iperparatiroidismi primari vengono risolti con l'intervento chirurgico con asportazione delle paratiroidi (paratiroidectomia). Si tratta infatti di una terapia elettiva e definitiva, a basso rischio se condotta da un chirurgo esperto. In questo caso, oltre che dell'approccio chirurgicoi classico, ci si può avvalere di tecniche mininvasive come la MIVAT (tiroidectomia e paratiroidectomia mininvasiva videoassistita) ad approccio laterale, che prevede un' un’incisione di 2-3 cm e ripete tutti gli steps della chirurgia convenzionale; una telecamera rappresenta l'aiuto tecnico, che permette di avere una visione ingrandita. Questo permette di preservare da lesioni organi vicini come il nervo ricorrente, fondamentale per la fonazione, e preservare la paratiroidi sane.
L'intervento, infatti, coinvolge soltanto le ghiandole anomale, come quelle colpite da fenomeni iperplastici o gli adenomi ed è generalmente privo di complicanze.
Farmaci
Per quanto riguarda il trattamento farmacologico, il medico ha a disposizione farmaci calciomimetici che preservano i valori della calcemia Questa scelta terapeutica è adatta a quei casi di iperparatiroidismo primario nei quali l'intervento chirurgico non è clinicamente appropriato o risulta in altro modo controindicato.
Tutto ciò può essere integrato e/o sostituito dai comuni supplementi di calcio e vitamina D, ma anche dai bifosfonati, farmaci in grado di contrastare il riassorbimento osseo indotto dall'iperparatiroidismo e mediato dagli osteoclasti (cellule deputate al riassorbimento osseo inattivate da questi medicinali).
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