Il reflusso gastroesofageo è l'anomala risalita in esofago del contenuto acido dello stomaco dovuta ad un malfunzionamento del cardias, la valvola situata tra esofageo e stomaco, deputata a impedire la risalita del contenuto gastrico.
Questo fenomeno può essere sporadico oppure cronico in questo caso si parla di malattia da reflusso gastroesofageo.
Tra le condizioni che favoriscono la comparsa della malattia da reflusso gastroesofageo, rientrano: l'obesità, il fumo di sigaretta, l'alcolismo, la gravidanza, l'ernia iatale, l'asma, il consumo eccessivo di cibi grassi, l'assunzione costante di certi medicinali (es: ansiolitici, anticolinergici ecc.), lo stress e la gastroparesi.
Secondo indagini su scala globale, il reflusso gastroesofageo produrrebbe sintomi con una cadenza settimanale/giornaliera nel 5-7% della popolazione totale.
I tipici sintomi e segni della malattia da reflusso gastroesofageo sono:
Complicanze
A lungo andare, una malattia da reflusso gastroesofageo non trattata in modo adeguato può dare luogo a:
L'endoscopia del tratto digestivo superiore permette la valutazione dello stato di salute della parete esofagea interna e l’individuazione di segni d'irritazione; inoltre, fornisce immagini dettagliate del cardias e offre l'interessante opportunità di raccogliere un campione di tessuto esofageo, da sottoporre a successive analisi di laboratorio (biopsia) per poter evidenziare la presenza di un esofago di Barrett, lesione precancerosa. Eseguita generalmente con paziente in sedazione, è da considerarsi una procedura diagnostica invasiva.
La manometria esofagea è un test di valutazione della motilità dell'esofago e della funzionalità del cardias, realizzato mediante la misurazione della pressione presente all'interno del lume esofageo e nel cardias. Prevede l'inserimento, nel naso del paziente, di un piccolo tubicino dotato di sensori di pressione, e la conduzione di questo tubicino fino all'esofago, ossia la sede in cui deve aver luogo la misurazione pressoria. pH-metria esofagea delle 24 ore. La pH impedenzometria esofagea (MII-pH) è oggi considerata il metodo più affidabile per identificare il reflusso gastroesofageo (RGE) perché consente di riconoscere qualsiasi episodio e di definirne la composizione (acida, basica, neutra), durata, localizzazione e natura (solido,liquido, gassoso). La MII-pH combina la misurazione del pH e ell’impedenza (vale a dire dell’opposizione o resistenza al flusso) intraesofagea. Una sonda flessibile di 1,5-2 mm di diametro è inserito dal naso e posizionato nella parte terminale dell'esofago, mantenuta in sede per 24 ore collegata ad uno strumento di registrazione. E’ necessario il digiuno per almeno 4-6 ore prima della procedura. Durante l’esame il paziente viene invitato a seguire il suo ritmo di vita abituale, segnalando sull’apparecchio gli orari dei pasti, degli eventuali sintomi, dei periodi passati in posizione supina. Il sondino viene rimosso il giorno seguente. Non esistono particolari controindicazioni all’esecuzione della pH impedenzometria esofagea delle 24 ore.
Farmaci : antisecretivi, antiacidi per limitare oi tamponare la secrezione acida e farmaci procinetici per stimolare la motilità.
Terapia chirurgica : tradizionale o per via laparoscopica riservata ai casi dovuti ad ernia jatale
Di seguito alcune semplici regole di profilassi delle malattie da reflusso gastroesofageo:
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