Patologie

Miocardiopatia post-infartuale

Un cuore già compromesso dalla patologia ischemica, può diventare più facilmente insufficiente, non essendo più in grado di contrarsi e mantenere un flusso sanguigno che risponda alle esigenze dell'organismo, fino a cadere nello scompenso cardiaco ( SC ). Quindi un paziente che ha superato un infarto miocardico ha bisogno di un monitoraggio che continui nel tempo per prevenire o limitare le possibili complicanze che tale evento può comportare.

Cause

I fattori che possono influenzare la comparsa di una insufficienza contrattile dipendono sia da cause organiche sia comportamentali:

  • gravità dell'infarto (infarto che interessa tutto lo spessore del muscolo cardiaco o  particolarmente esteso)
  • la parete ventricolare infartuata può sfiancarsi e portare ad un aumento dei diametri cardiaci (cardiomiopatia dilatativa) che complica ulteriormente l'attività di pompa
  • perdita o rimodellamento del muscolo cardiaco, dopo ischemia, con miocardio che possiede minor forza contrattile.
  • mancata aderenza a un modello di vita sano (es :tabagismo, scarsa attività motoria, alimentazione scorretta)
  • mancata aderenza alla terapia farmacologica e al follow-up (controlli periodici)

Sintomi

I sintomi che possono far pensare all'insorgere di un insufficiente attività di pompa cardiaca sono:

  • facile affaticabilità e astenia
  • difficoltà nella respirazione: dopo attività fisica lieve o anche a riposo oppure il paziente, di notte, deve abbandonare la posizione supina e sedersi sul letto ( ortopnea )
  • edemi agli arti inferiori soprattutto alle caviglie
  • tachicardia o palpitazioni, polso irregolare
  • tosse non produttiva

Diagnosi

Le indagini cliniche necessarie ad effettuare una diagnosi  sono emato-chimiche e strumentali:

  • dosaggio del peptide natriuretico, una sostanza che il miocardio secerne nel sangue solo in presenza di una condizione di stress per il cuore. In genere, alti livelli sanguigni di peptide natriuretico sono segno di grave scompenso cardiaco, mentre bassi livelli sanguigni di peptide natriuretico denotano uno scompenso cardiaco lieve/moderato. 
  • Elettrocardiogramma  (ECG) :è un test strumentale, che registra e riporta graficamente il ritmo e l'attività elettrica del cuore. Permette di capire se lo scompenso cardiaco è dovuto a una disfunzione elettrofisiologica del cuore (asistolia, fibrillazione ventricolare ecc).
  • Un ecocardiogramma:  è una ecografia del cuore in tempo reale. Attraverso una sonda a ultrasuon ipermette di vedere le principali strutture dell'organo cardiaco, durante il loro funzionamento ed evidenziarne le alterazioni.

Trattamento

I principali effetti ricercati con la terapia farmacologica sono:

  • Migliorare l'attività cardiaca di contrazione (es: ACE-inibitori, beta-bloccanti e antagonisti dei recettori per l'angiotensina).
  • Fluidificare il sangue, in modo da ridurre il rischio di formazione di trombi (es: anticoagulanti e antiaggreganti piastrinici).
  • Ridurre la frequenza cardiaca, quando il cuore batte a un ritmo superiore al normale (es: ivabradina).
  • Rimuovere l'eccesso di sodio e ricostituire i livelli di potassio (es: diuretici, antagonisti dell'aldosterone).
  • Ridurre i livelli di colesterolo (es: statine ed alimentazione).
  • Ridurre la pressione sanguigna, quando è troppo elevata (es: ACE-inibitori, beta-bloccanti e antagonisti dei recettori per l'angiotensina).

 

Prognosi

Lo scompenso cardiaco mostra una prognosi negativa in quanto è una condizione irreversibile, infatti un cuore scompensato non può tornare a funzionare in maniera efficace, come prima di "ammalarsi". Tuttavia i trattamenti disponibili attualmente sono molto efficaci sia nel ridurre la sintomatologia sia nel rallentare la progressione.

Cure che possono essere applicate a questa patologia

Fondazione Poliambulanza Regione Lombardia Ministero della salute

Miocardiopatia post-infartuale


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