La prostata è una ghiandola dell'apparato genitale maschile, posizionata nella pelvi, inferiormente alla vescica e davanti al retto, che circonda il tratto superiore dell'uretra prima del suo ingresso in vescica.
La sua funzione principale è di produrre ed emettere il secreto prostatico, uno dei costituenti dello sperma, che contiene gli elementi necessari a nutrire e veicolare gli spermatozoi.
A causa della sua posizione anatomica e delle funzioni in cui è coinvolta, la prostata influenza la minzione, l'erezione e l'eiaculazione.
ll tumore alla prostata è statisticamente il tumore più frequente nell’uomo al di sopra dei 50 anni in Italia, con circa 36.000 nuove diagnosi / anno (dati AIRTUM 2020).
L’incidenza del cancro prostatico aumenta con l’età. Il picco di maggior incidenza è osservato nell’età compresa tra i 65 e i 74 anni; resta invece un tumore molto raro prima dei 45 anni.
Il fattore primario di rischio per lo sviluppo del tumore della prostata è l’età; inoltre vi sono altri fattori importanti come la familiarità - a cui destinare un percorso di prevenzione personalizzato. -, la dieta (sembrano essere fattori protettivi un elevato apporto di vitamina E, di licopene e di acidi grassi omega-3), la razza (quella afroamericana è a maggior rischio di tumore) e lo stile di vita.
Il tumore della prostata è una malattia asintomatica nella maggior parte dei casi e la sua diagnosi è più frequentemente incidentale. Per tale motivo ha assunto ormai una certa rilevanza lo screening per neoplasia prostatica basato sulla misurazione del PSA (l’Antigene Prostatico Specifico, misurato nel sangue) e sull’esplorazione rettale.
Il tumore alla prostata è soggetto a screening secondario grazie al dosaggio del PSA (antigene prostatico specifico) ematico e valutazione specialistica. Il valore del PSA va quindi interpretato individualmente sulla base della storia clinica e familiare dell’individuo, non esistendo un reale valore di “normalità”.
In caso di valori elevati di PSA, è giustificato porre il sospetto di neoplasia prostatica, tuttavia esistono diverse condizioni responsabili dell’aumento del PSA (infezioni, ipertrofia prostatica benigna etc.) per cui è sempre necessario riferirsi allo specialista per l’esame digitorettale ed eventuale approfondimento diagnostico.
Raramente l’esordio può essere sintomatico con un aumento della frequenza delle minzioni o un peggioramento del flusso urinario, sangue nelle urine, problemi di erezione, incontinenza urinaria ecc.
A fronte di un fondato sospetto clinico il percorso diagnostico può essere indirizzato verso un approfondimento radiologico con l’esecuzione di una risonanza dell’addome inferiore multiparametrica con mezzo di contrasto, sulla cui scorta è possibile nella nostra struttura eseguire biopsie mirate sulle lesioni target identificate all’imaging (tecnica fusion) oppure in base alla clinica è possibile ricorrere direttamente alla biopsia prostatica tradizionale (tecnica a sestanti).
La scelta dell’opzione terapeutica è personalizzata sulle caratteristiche del paziente e della malattia.
Il miglior percorso terapeutico per il paziente è influenzato da:
Trattamento Chirurgico
Trattamento radioterapico
Tecniche sperimentali
Oltre alle tecniche tradizionali in casi selezionati è possibile sottoporre il paziente a terapia ablativa come:
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