L’occhio secco è una patologia causata dal deterioramento o dalla diminuzione del film lacrimale, ovvero della pellicola protettiva che lubrifica l’occhio, oltra a nutrirlo e proteggerlo dagli agenti esterni. L’occhio secco, quindi, è un occhio non correttamente lubrificato la cui cornea è messa a rischio dal continuo sfregamento con la palpebra e da una mancata protezione verso polvere, sporcizia e germi.
La sindrome da occhio secco può essere distinta in primaria o secondaria, a seconda che le cause scatenanti siano dovute a fattori esterni (come l'utilizzo di lenti a contatto o l'esposizione ad aria secca e polverosa) o a patologie da cui il paziente è affetto.
Le principali cause che determinano la secchezza dell’occhio sono:
I sintomi più frequentemente correlati alla sindrome da occhio secco sono: prurito, bruciore, irritazione e fotofobia, vista offuscata, difficoltà ad aprire gli occhi al risveglio e, in alcuni casi, dolore, iperemia e presenza di muco dentro o intorno all’occhio. Questi disturbi diventano ancora più intensi a seguito di sforzi visivi prolungati o in condizioni ambientali poco consone (ambienti secchi, polverosi, fumosi, con aria condizionata e riscaldamento). Nei casi più gravi, l’occhio può essere soggetto a infezioni, ulcere o lesioni procurate dall’attrito tra la palpebra e la superficie corneale, causato dalla scarsa lubrificazione dell’occhio stesso.
La diagnosi dell’occhio secco avviene tramite una normale visita oculistica, durante la quale il medico effettuerà i test necessari all’analisi della sindrome. Quelli più frequentemente eseguiti sono:
In alcuni casi, il medico oculista potrebbe ritenere necessario il prelevamento di un campione di film lacrimale per eseguire un’analisi più approfondita della sua composizione.
Il trattamento per la sindrome di occhio secco prevede delle terapie che possono variare in base alle cause e alla tipologia del disturbo. Generalmente, si interviene per via farmacologica con la prescrizione di colliri o gel lubrificanti che aiutino l’occhio a mantenersi umido e pulito. Quando l’occhio del paziente lo consente, è altresì possibile prescrivere delle lenti a contatto protettive che consentono di proteggere l’organo dallo sfregamento con la palpebra, causa (come detto) di bruciore e lesioni di varia natura. Sarebbe, inoltre, buona norma correggere le proprie abitudini alimentari, incrementando il consumo di frutta e verdura, per non peggiorare le condizioni della patologia.
Nei casi più particolari, è possibile intervenire chirurgicamente occludendo i dotti di scarico lacrimale tramite l’inserimento di tappi in silicone o l’utilizzo di laser Argon.
Medico responsabile U.O.
Dr. Miglio Vincenzo
Scienze Chirurgiche
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