La sindrome da conflitto subacromiale, altresì detta sindrome da impingement, è una patologia che provoca dolore alla spalla, causato dalla compressione del tendine del muscolo sovraspinato durante il movimento di sollevamento e abbassamento del braccio.
Il significato del termine impingement indica infatti una condizione di conflitto di una struttura anatomica quando compressa tra altre due contigue e ciò si può verificare, oltre che alla spalla, anche all’anca e alla caviglia.
La spalla, viene sostenuta dalla presenza di muscoli e tendini: il sovraspinoso, il sottospinato, il piccolo rotondo e il sottoscapolare. L’insieme di muscoli, tendini e struttura articolare è chiamata cuffia dei rotatori.
Ogni volta che l’arto superiore viene alzato oltre i 45° rispetto al tronco, si verifica un restringimento dello spazio fra la testa dell’omero e l’acromion, dove scorrono i tendini della cuffia dei rotatori.
Nella ripetizione di certi gesti atletici o di più normali mansioni lavorative, sia per squilibri muscolari che per l’irregolarità del profilo acromiale, l’aumento dell’attrito all’interno di questo spazio provoca dei fenomeni di infiammazione delle strutture in esso contenute (impingement). Quando questo avviene, si parla di sindrome da impingement, la quale porta alla graduale degenerazione del tendine fino alla rottura. Il dolore può aumentare progressivamente arrivando a compromettere i movimenti più semplici, addirittura insorgendo anche la notte, con il braccio a riposo.
Tale sindrome da conflitto della spalla genera dolore in tutti i movimenti di abduzione (soprattutto con l'intrarotazione, classico esercizio sono le alzate laterali con il pollice più in basso del mignolo, come se si volesse versare una brocca d'acqua).
Questa serie di eventi progressivamente conduce all’impossibilità totale dell’uso dell’arto superiore, facilitando la formazione di aderenze intra-articolari con ulteriore aggravamento del quadro clinico.
La spalla non è costituita da una sola articolazione ma da cinque articolazioni che formano insieme il complesso articolare.
La stabilità della spalla stessa è data poi dagli stabilizzatori statici (tendini, legamenti) e dagli stabilizzatori dinamici (muscoli).
Nel momento in cui si crea uno squilibrio di forze in questi stabilizzatori si creeranno fenomeni infiammatori.
La causa principale della sindrome da impingement è dunque lo squilibrio dei muscoli che sottendono ai movimenti della spalla quando viene a mancare l’effetto stabilizzante ed allora la testa omerale tende a risalire.
Tale modificazione della biomeccanica articolare fa sì che, quando si alza il braccio in alto sopra la testa il tendine sovraspinoso e la relativa borsa subacromiale, possono rimanere schiacciati tra l'acromion, il legamento coraco-acromiale e la grande tuberosità dell'omero.
I soggetti più colpiti sono uomini e donne di età superiore ai 50 anni che svolgono lavori manuali e attività sportive che prevedono il sollevamento ripetuto del braccio durante il giorno.
Vi sono però anche altre cause che possono ridurre lo spazio acromiale e favorire l’impingement:
Il sintomo principale di una sindrome da conflitto subacromiale è il dolore alla spalla.
L’esordio può essere dovuto ad un trauma, anche banale, ma può anche essere improvviso, senza dunque nessuna causa apparente.
I sintomi del conflitto subacromiale sono di diversa natura e variano a seconda della gravità della patologia. I casi di impingement possono essere di tre gradi:
In termini generali, è molto importante rivolgersi a uno specialista quando cominciano a comparire alcuni tra questi sintomi, più o meno intensi:
Oltre alla presenza di uno o più sintomi tra quelli elencati, una corretta diagnosi della sindrome da impingement si basa sull’anamnesi accurata del paziente e sull’esame clinico, integrati dagli esami strumentali.
Esame clinico:
Esami strumentali:
Può essere necessaria anche una risonanza magnetica, una TAC o un’ecografia al fine di valutare la gravità della situazione (RDX, TC e/o RM).
Siccome, come detto nei paragrafi precedenti, la causa principale della sindrome da impingement è lo squilibrio muscolare dei muscoli che sottendono ai movimenti della spalla, più che in altre patologie per la guarigione è necessario un programma riabilitativo individualizzato e mirato al riequilibrio muscolare.
Per questo motivo è fondamentale rivolgersi ad uno specialista ortopedico, anche perché in taluni casi, se la patologia viene presa per tempo, una terapia riabilitativa a lungo termine può aiutare a risolvere il problema evitando di ricorrere a cure mediche o farmacologiche più intensive.
L’obiettivo della prima fase del programma riabilitativo è la riduzione del dolore, attraverso l’utilizzo di terapie fisiche (tens, laser, ultrasuoni), e il recupero del movimento articolare completo attraverso mobilizzazioni attive e passive su tutti i piani sotto soglia di dolore, stretching capsulare e muscolare, e massaggio rilassante e decontratturante. Al bisogno si può beneficiare di una terapia antinfiammatoria non steroidea (FANS) e di impacchi di ghiaccio per 20 minuti 2-3 volte al giorno. In alcuni casi refrattari a questo approccio terapeutico possono risultare utili le infiltrazioni di anestetico associato ad un farmaco steroideo.
In seguito è necessario procedere alla fase principale del programma rieducativo, quella del recupero e del riequilibrio della forza rispettando la regola di rilassare il muscolo antagonista (attraverso massaggi e stretching) prima di rinforzare il muscolo agonista.
Il programma riabilitativo prevede il recupero della muscolatura e, raggiunto il tono e l’equilibrio muscolare ottimale, si conclude il programma in campo attraverso l’esecuzione di esercizi propriocettivi e il recupero della coordinazione fino ad arrivare ai gesti sportivi specifici cercando di far attenzione ai sovraccarichi.
Il paziente dovrà continuare a seguire un programma di esercizi da eseguire per mantenere l’equilibrio muscolare raggiunto.
Se il trattamento conservativo non dà risultati apprezzabili e nelle situazioni più gravi oppure quando la patologia è a uno stadio avanzato (ad esempio in presenza di calcificazioni e aderenze o quando la conformazione dell’osso acromiale è spiovente o allungata), oltre alla somministrazione a livello orale o locale di farmaci antinfiammatori e analgesici, potrà essere necessaria un’operazione chirurgica a cui far seguire uno o più cicli riabilitativi.
L’acromionplastica, ad esempio, è un intervento chirurgico effettuato in artoscopia che può regolarizzare l’acromion, che assume una forma più piana e quindi riduce l’attrito subacromiale.
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