lunedì 02 settembre 2019
Russamento intermittente, frequenti risvegli durante la notte e conseguente sonnolenza diurna? Si potrebbe trattare della sindrome delle Apnee Ostruttive del sonno (OSAS). Caratterizzata dall’ostruzione parziale o totale delle vie aeree, non si limita a turbare la quiete notturna ma può avere pesanti ripercussioni sulla salute e sulla vita quotidiana.
Si stima che circa 6 milioni di uomini in età lavorativa siano affetti da OSAS. A Brescia e provincia si calcola abbiano questo problema circa 200.000 persone. È per questo che Fondazione Poliambulanza ha sviluppato un percorso diagnostico-terapeutico unico e completo, condiviso tra i vari specialisti.
“Si tratta di un progetto strutturato – chiarisce Alessandro Triboldi, Direttore Generale del nostro ospedale – che prevede l’interrelazione di varie figure con competenze fra loro complementari. Uno strumento imprescindibile per garantire la presa in carico integrale del paziente ed accompagnarlo in tutte le fasi del percorso diagnostico-terapeutico.”
“Chi soffre di OSAS - chiarisce Carlo Lombardi, Responsabile dell’Unità Allergologia, Immunologia e Malattie Respiratorie di Fondazione Poliambulanza, membro del CD della Società di Allergologia e Pneumologia e Clinical Manager del nuovo percorso di cura – può andare incontro più comunemente a complicanze cardiocircolatorie, con un aumentato rischio di infarto del miocardio, di aritmie cardiache e in particolare di fibrillazione atriale. Si possono, inoltre, presentare problematiche di interesse neurologico e concretizzare un attacco ischemico transitorio o ictus cerebrale. Non solo. Le apnee notturne sono all’origine di disturbi endocrini e condizionano inevitabilmente la qualità della vita. A causa del mancato riposo, chi ne soffre, infatti, ha un minore capacità di concentrazione durante il giorno, con una conseguente diminuzione della performance lavorativa.”
Pesanti possono essere anche le conseguenze sulle strade. Nei soggetti con OSAS il rischio di incorrere in incidenti stradali aumenta fino a 7 volte e il 22% dei sinistri è provocato, secondo l’ISTAT, proprio dall’eccessiva sonnolenza. È per questo che sono state adottate misure di controllo: solo se il paziente dimostra di aver messo in atto le indicazioni diagnostiche e terapeutiche idonee per combattere l’OSAS, il medico preposto può predisporre il rinnovo della patente di guida
Il percorso di cura di Poliambulanza
Per la cura dei pazienti con OSAS, Poliambulanza prevede un percorso su 4 step.
In primo luogo il paziente con sospetto clinico di apnee ostruttive è chiamato a compilare una scheda di auto-valutazione per verificare se sia realmente colpito dalla sindrome. In caso affermativo viene indirizzato ad un test di screening rappresentato dal monitoraggio del sonno, attraverso un’apposita apparecchiatura. Se l’esame risulta positivo per le OSAS, il paziente viene inserito in un percorso valutativo clinico-strumentale, articolato su diversi approfondimenti alternativi, e sulla base dei dati ottenuti viene individuata la terapia più idonea.
Durante tutto l’iter il paziente ha come riferimento il Clinical Manager, il medico responsabile della relazione di cura a cui spetta il monitoraggio del percorso interdisciplinare e il Case Manager figura sanitaria non medica a cui può far affidamento per le necessità organizzative e gestionali.
Chi è a rischio?
L’importanza di un percorso di questo tipo è evidente: secondo gli esperti questa patologia sarà sempre più diffusa nei prossimi anni. Ma qual è l’identikit del paziente che soffre di questo problema?
“Tra i fattori di rischio delle OSAS – chiarisce Lombardi - il sesso maschile, la circonferenza del collo superiore a 40 cm, l’anzianità e l’obesità, in rapida crescita in Italia. Se, infatti, tra i soggetti normo-peso c’è una prevalenza della patologia del 4% negli uomini e del 2% nelle donne, nei pazienti in sovrappeso la prevalenza aumenta tra il 3 e il 28%. In particolare il 40% delle persone con un indice di massa corporea superiore a 30 ha un’OSAS accertata. Inoltre il 70% degli uomini anziani e più del 50% delle donne over 65 soffre di una qualche forma di sindrome delle apnee ostruttive.”
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