mercoledì 24 maggio 2023
Il 24 maggio in Sala Convegni di Fondazione Poliambulanza si è tenuto un incontro divulgativo sul tema dell’ipertensione polmonare. È stata un’importante occasione per ricordare la dott.ssa Margherita Rastrelli, scomparsa a causa di una grave forma di questa patologia. Da allora, la sua famiglia si è prodigata per ideare e promuovere iniziative al fine di far conoscere, prevenire e curare malattie cardiache e polmonari. Nel 2021, grazie alla generosa donazione della Famiglia Rastrelli a beneficio del reparto di Cardiologia di Poliambulanza, è stato possibile allestire un ambulatorio per la cura, il trattamento e l’assistenza di pazienti affetti da diverse forme di l’ipertensione polmonare e da scompenso cardiaco. Dal 2021 ad oggi sono state accolte nell’ambulatorio Rastrelli un totale complessivo di circa 1600 persone, 600-700 l’anno.
L’incontro è nato dal desiderio di unire una fruttuosa informazione medica con un approccio antropologico, capace di valorizzare la persona nella sua singolarità, nella consapevolezza che somministrare farmaci è una modalità per curare, ma che l’atto del prendersi cura consiste anche nell’accoglienza e nell’ascolto, imprescindibili perché una diagnosi sia precisa e il trattamento che ne consegue risulti efficace.
Walter Gomarasca, direttore sanitario di Fondazione Poliambulanza, ha portato i saluti del presidente prof. Mario Taccolini, e sottolineato che «anche quando sembra di non fare abbastanza, c’è un proverbio africano che ci ricorda: tante piccole persone in tanti piccoli luoghi stanno facendo tante piccole cose che porteranno a grandi cambiamenti». Con questo spirito è necessario coniugare utopia e realismo, anche in campo sanitario, certi che «non raggiungeremo le stelle, ma sono quelle a guidarci».
La Famiglia Rastrelli, mamma Ottavina Gigolo, papà Gianfranco Rastrelli, i fratelli Francesco e Gianbattista, il compagno Giuseppe, insieme a tanti altri parenti giunti anche da fuori città, si sono stretti in un ricordo commosso, raccontando la storia di Margherita, la sua forza e il suo coraggio, la capacità di andare oltre il dolore e di agire sempre e comunque “per gli altri”, manifestando, in ogni situazione, professionale e familiare, un amore invincibile.
La dott.ssa Aurora Ghiroldi, dell’ufficio comunicazione di Fondazione Poliambulanza, ha tenuto una relazione riguardo al rapporto inscindibile tra curare e prendersi cura, tra competenza e umanità. «Talvolta si sente dire che la tecnologia sia contrapposta all’umanità, ma ciò non è vero, anzi sono due modalità di approcciarsi al paziente che devono procedere in modo sintonico. Già nel V secolo, ai tempi di Ippocrate, coesistevano un approccio più analitico e uno più antropologico dinnanzi al paziente. Forse mai, come oggi, considerato il percorso storico e le straordinarie innovazioni scientifiche, abbiamo opportunità di unire i due approcci, con una consapevolezza nuova».
La dott.ssa Chiara Forgione, cardiologa di Fondazione Poliambulanza, ha parlato dell’embolia come causa non rara di ipertensione polmonare, spiegando, nel dettaglio e al tempo stesso con estrema chiarezza, come possono formarsi coaguli nel sangue, come riconoscerli e curarli. L’obiettivo è quello di informare i pazienti su quali sono i sintomi e ricordare l’importanza di un corretto stile di vita. La dott.ssa Forgione ha ricordato anche che, grazie all’ambulatorio costruito e attrezzato con la donazione della Famiglia Rastrelli, è stato possibile riconoscere e identificare precocemente, e quindi di curare con efficacia, diversi casi di ipertensione polmonare, embolia polmonare e scompenso cardiaco.
La dott.ssa Laura Scelsi, cardiologa del Policlinico San Matteo di Pavia, ospite d’onore del convegno e punto di riferimento scientifico per molti pazienti affetti da ipertensione polmonare, ha spiegato che cosa è l’ipertensione polmonare, quali possono essere le cause e quali i trattamenti per tenere sotto controllo una patologia cronica e spesso difficile da accettare. «Il primo passo è la consapevolezza, – dichiara la dott.ssa Scelsi – rendersi conto di essere malati è fondamentale perché solo così si può chiedere aiuto e cercare una terapia efficace. Le terapie proposte per l’ipertensione polmonare sono spesso di carattere invasivo, ma salvano la vita ed è molto importante che, a questo riguardo, ci sia un ‘passa parola’ tra i pazienti che possano così confrontarsi preventivamente e sostenersi a vicenda. Il mio ringraziamento va soprattutto alle persone che permettono di far conoscere questa patologia, di finanziare iniziative di prevenzione, alle aziende farmaceutiche che investono nel campo delle malattie rare, alla ricerca che viene portata avanti con fatica ma anche con grandi risultati e soprattutto ai pazienti che partecipano entusiasticamente agli studi clinici, coraggiosamente e senza sapere quale trattamento verrà eseguito nei loro riguardi. Dicono di sì perché si fidano di noi, si fidano dei medici. Questa è un’enorme responsabilità che dobbiamo sempre tenere presente».
Il dott. Claudio Cuccia ha parlato dell’alleanza medico-paziente, del rapporto inscindibile tra scienza e pietà, tra letteratura e cura: «Sicuramente il primo dovere per il medico è quello di essere scienziato, di offrire cure efficaci, ma è proprio attraverso il dialogo e l’ascolto che lo scienziato realizza al meglio il suo compito. Il medico spesso si parla addosso, secondo uno studio, dopo 18 secondi interrompe il paziente, quando, lasciandolo parlare per 2 minuti senza fermare brutalmente la conversazione, potrebbe recepire informazioni utili alla diagnosi. La discrepanza tra paziente disteso a letto e medico in piedi può essere colmata solo da un’alleanza, una fiducia reciproca, quella ‘parola ornata’ della Divina Commedia di Dante, che crea unione e non distanza».
La Sala Convegni, che può ospitare circa un centinaio di persone, era quasi al completo, i presenti attenti e partecipativi, hanno posto diverse domande ai relatori.
Un profondo, sentito ringraziamento alla Famiglia Rastrelli per aver reso possibile, in memoria di Margherita, tutto questo grazie alla generosa donazione, alla capacità di far fiorire, nel grande dolore attraversato, il desiderio che altre persone possano identificare e curare in tempo una patologia subdola e insidiosa come l’ipertensione polmonare.
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