giovedì 10 novembre 2022
“L’idea di scrivere Vestibolo e Football - spiega il dr. Paolo Gamba, medico presso l’Unità Operativa di Otorinolaringoiatria di Fondazione Poliambulanza e autore del libro - è maturata dopo aver analizzato i risultati dei test eseguiti nell’ultimo quinquennio a calciatori professionisti e dilettanti, durante i rispettivi allenamenti tra le provincie di Brescia, Bergamo e Cremona. Vestibolo, perché la vestibologia è quella branca dell’Otorinolaringoiatria che si occupa dei disturbi dell’equilibrio e dell’orientamento spaziale, Football perché rappresenta quell’attività sportiva che richiede una risposta motoria, una precisione del gesto e una coordinazione nei movimenti, tutte espressioni di un perfetto equilibrio. Tutto lo sport, in particolare il calcio, è essenzialmente un insieme di attività visuomotorie in grado di coinvolgere le forme più evolute della percezione e della psiche. Ecco perche il libro si fonda su tre sistemi di navigazione: visiva, propriocettiva e cognitiva.
L’obiettivo del libro è quello di correlare le patologie vestibolari legate al disorientamento spaziale alla capacità degli sportivi di utilizzare sistemi di navigazione mentale e mappe cognitive. Recenti studi suggeriscono che il sistema vestibolare può essere considerato come una potenziale finestra per esplorare le aree della funzione cognitiva che regolano l’orientamento spaziale. Il danno al sistema vestibolare può generare deficit cognitivi, nell'apprendimento spaziale e nella rappresentazione mentale dello spazio tridimensionale. Tali danni non sono necessariamente correlati a nessun particolare episodio di vertigine o capogiro, e quindi possono verificarsi anche in pazienti che sono altrimenti ben compensati. La percezione dell'auto-movimento e dell'equilibrio è codificata dalla rilevazione vestibolare del movimento inerziale, insieme a segnali propriocettivi e visivi. Lo studio dei fenomeni legati alla Working Memory è ancora agli albori, ma di fondamentale importanza per apprendere e completare l’analisi dei pazienti con disturbi dell’equilibrio.
L’analisi e la memorizzazione a breve e a lungo termine dello spazio ambientale, implica l‘attivazione di numerose aree cerebrali implicate nei movimenti saccadici, nella visione e nella memoria spaziale. Nell’uomo il substrato neurale della working memory spaziale consiste in una complessa rete che comprende, ippocampo, lobo parietale, area premotoria, ed aree prefrontali. Il linguaggio del sistema nervoso centrale sembra operare in analogia al linguaggio del sistema neuromotorio, i movimenti che abbiamo appreso dopo una lesione vestibolare, rimangono nella nostra memoria. In rieducazione vestibolare sappiamo che occorre stare attenti a non commettere passi falsi subito nelle prime fasi, il recupero deve essere progressivo sfruttando i meccanismi di memoria e le abilità automatiche apprese. La strategia motoria post-lesionale deve coinvolgere tutti i movimenti anche quelli oculari, pertanto dopo una lesione vestibolare anche il riflesso vestibolo oculomotore risulterà alterato, è il principio sul quale si fonda il test di Halmagyi.
Le nuove frontiere dell’analisi statistica applicata allo sport individuale e di gruppo, si basano sulle caratteristiche fisiche e mentali degli atleti, sui dati delle partite, sui registri degli allenamenti, ma soprattutto sulla riabilitazione fisica e mentale. Nel mondo del calcio sappiamo quanto sia importante la preparazione atletica, la tattica, la strategia, ma sta entrando da poco una nuova tecnica che riguarda la creazione di schemi di gioco che si basano sul coordinamento motorio basato sul concetto di navigazione spaziale e di memoria spaziale. L’unicità del calcio è proverbiale, il fatto straordinario è che quando hai una difesa forte vinci a prescindere da quanto segnano le punte (es. casuale è la mia Atalanta, sic!). Gli orobici nei campionati 2017, 2018 e 2019, hanno segnato praticamente tutti, difensori e centrocampisti, sempre al limite del pericolo per il possibile contropiede avversario. Nel 1882, un articolo dello Scottish Athletic Journal, condannava fermamente l’abitudine di certi club di “campagna” di tenere due giocatori arretrati a una ventina di metri dalla propria porta.
Ora l’approccio è cambiato, ci si difende attaccando e si attacca difendendo, tutti devono sapere fare tutto. Teniamo presente l’imprevedibilità del calcio, per fortuna, questa è la sua bellezza e il suo fascino. Il ruolo della statistica non è certamente quello di rimpiazzare l’intuito ma, quello di far uscire le doti. Il calcio moderno è veloce, passaggi precisi, accelerazione, resistenza, scatti veloci. E’ importante la tecnica, l’abilità fisica e l’idoneità mentale, l’impegno viene dopo, esisterà sempre la differenza tra l’apprendista e il predestinato. Ci sono studi che stanno mettendo a punto un sistema di sensori GPS da inserire nel pallone, nelle magliette e nelle scarpe, per comprendere la complessa geometria dello spazio composta da vettori, triangoli, e reticoli dinamici. Gli sport di squadra disegnano schemi geometrici diversi, nel calcio sembra che la forma più congegnale sia il triangolo. Un giocatore che tocca la palla, l’altro che sta per riceverla e quello che, libero, provoca una deformazione nella difesa avversaria. L’esperienza degli sportivi, l’analisi dei dati e delle performances aprono nuove prospettive per la terapia riabilitativa per il paziente affetto da disequilibrio. Nel football vengono impiegati schemi di marcia su percorsi memorizzati per potenziare l’analisi spaziale. Come il giocatore, anche il paziente deve marciare ad occhi aperti su percorsi prestabiliti (triangoli, quadrati, cerchi) o più complessi (traiettorie segmentate) per un certo numero di volte, ripetendo il percorso ad occhi chiusi. Gli obiettivi di un allenamento coincidono con quelli della riabilitazione vestibo-posturale: apprendimento (learning), l’impegno (memory), l’attenzione (arousal). Il fine ultimo è quello di adottare la strategia corretta per il controllo posturale statico e dinamico, la capacità di movimento del corpo a base fissa e la strategia visiva mediante il movimento saccadico.
L’augurio è che questo volume sia uno stimolo per attivare nuovi filoni di ricerca, nella consapevolezza che vi siano ancora numerosi ambiti da sviluppare e da definire in tema di disturbi dell’equilibrio.”
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