La libreria Università Cattolica del Sacro Cuore dell’Istituto Ospedaliero Fondazione Poliambulanza ha aperto le sue porte al pubblico giovedì 11 dicembre 2014, rendendo visibile e concreta l’idea iniziale di un luogo di cultura affianco al luogo di cura, dove il principale proponimento è quello di presentare il libro non solo come un semplice oggetto di intrattenimento, ma un vero e proprio strumento di prevenzione e di cura. Si tratta di un’iniziativa pensata per connotare sempre più l’ospedale a essere idoneo a ospitare incontri e a suscitare interessi in diversi ambiti culturali, oltre al naturale impegno sul fronte dello studio della medicina e delle scienze infermieristico-assistenziali.
La diffusione del libro costituisce un ulteriore impegno per promuovere la lettura e favorire la crescita dell’intera comunità dell’ospedale, costituita da circa 2000 collaboratori/dipendenti e da oltre 4.000 persone che, quotidianamente, entrano in Poliambulanza per ricevere cure, per assumere informazioni o per assistere famigliari e degenti.
I libri, in questo contesto, divengono occasione di conoscenza e di dialogo, ponti tra la l’Ospedale, la libreria, il libraio e le persone.
I giovedì dei libri in Poliambulanza
Attraverso gli incontri dei “giovedì dei libri in Poliambulanza” Fondazione Poliambulanza rende concreto l’impegno di voler presentare gli ambienti di cura anche come luoghi di cultura e relazione, riconoscendo le attività culturali e creative come fattore di promozione del benessere individuale e della coesione sociale.
Gli incontri sono organizzati presso la Sala Convegni della Fondazione per dare spazio a seminari, lezioni, presentazioni, ad autori e intellettuali che, attraverso la presentazione del proprio libro, danno vita a momenti di incontro e condivisione aperti al pubblico.
La galleria centrale di Fondazione Poliambulanza ospita e presenta la nuova mostra “Il medico del popolo. Vita e opere di José Gregorio Hernández” che verrà inaugurata giovedì 29 febbraio e sarà visibile sino al 24 marzo 2024.
José Gregorio Hernández Cisneros (1864-1919) è stato un medico, accademico e religioso venezuelano. Per la sua attività benefica, divenne oggetto di venerazione da parte di molti latinoamericani. La Chiesa cattolica lo ha proclamato beato nel 2021.
La mostra si propone di raccontare la vita del Dr. José Gregorio Hernández, evidenziando fatti rilevanti e concreti che mostrino lo spessore della sua esperienza. La figura di Dr. José Gregorio Hernández è stata ed è decisiva come fattore di unità di un popolo al di là dell’ideologia e della politica; la vita che ha vissuto in unità con sé stesso e nel rapporto con Dio gli ha infatti permesso di essere un punto di luce per i tanti che ha incontrato e continua ad essere un esempio di quello che genera una vita vissuta intensamente dentro tutti gli aspetti della realtà.
La mostra sarà visitabile fino a domenica 24 marzo.
Per prenotazioni visite guidate a cura del Dr. Luca Luzzani scrivere a comunicazione@poliambulanza.it
Per saperne di più: www.poliambulanza.it/news/nuova-mostra-in-poliambualnza-il-medico-del-popolo-vita-e-opere-di-jose-gregorio-hernandez
Presentazione del progetto
L’artista italo-argentino Raul Gabriel ha ideato, in occasione dell’anno in cui Bergamo e Brescia sono insieme capitale italiana della cultura, un’operazione espositiva che travalica i confini della semplice mostra. Si tratta, piuttosto, di un percorso che entra nei gangli della struttura ospedaliera, della sua identità, e che cerca di restituire ragionamenti, sensazioni, spirito del luogo e significati attraverso differenti media.
L’artista si è calato nella vita della Poliambulanza, è entrato nelle sale operatorie, ha parlato con i medici, ha assorbito tutto l’insieme di paure, attese e speranze che ne caratterizza l’attività, e ha concepito, rifacendosi ai sette atti di misericordia della tradizione cristiana, quelli che ha chiamato Seven acts of medicine. È stato quasi un laboratorio, un work in progress, nato dal dialogo, da una riflessione dinamica e dall’esperienza del porsi in ascolto: ne è scaturito un percorso artistico irrituale, non illustrativo né didascalico.
Alla radice sta una basilare constatazione: il nodo dell’esperienza umana ha il proprio comun denominatore nel “gesto”, che può essere pensiero, azione, idea che prende forma. L’àmbito della medicina è “gesto” per eccellenza, che si traduce in assistenza, cura, vicinanza, espansione, contenzione, separazione, ricongiungimento. Si serve di tecnica ed empatia, del sapere come della solidarietà.
Gli acts di Raul Gabriel costituiscono, in quanto opere d’arte, il punto di arrivo di un processo che parte nell’interiorità da cui ogni atto – il “toccare”, il “vedere”, l’“aprire”, l’“unire” etc., fondamentale nella medicina – scaturisce.
È, in effetti, un intervento multidisciplinare e ambientale, che annovera dipinti, installazioni, video, lavori digitali e altri di difficile classificazione statutaria, per tentare di innestarsi sulla percezione del luogo, dell’ospedale come spazio del “prendersi cura”, vicino all’uomo in ogni aspetto della sua esistenza sotto forma di unione di soggetti distinti: paziente e medico, infermiere e assistito, compagni del medesimo viaggio.
Arte e medicina sono “gemelle diverse”. Entrambe si relazionano in modo molto specifico con il corpo, da cui entrambe, di fatto, hanno origine. Con Seven acts of medicine Raul Gabriel riesce a ricordarcelo, facendoci riflettere e meditare.
Come scrive l’artista stesso, «Seven acts of medicine è un compendio di rivisitazione dell’estetica, come comunemente è intesa, al fine di stimolare una riflessione sostanziale». L’obiettivo è di spostare i paletti del significato e di provocare pensiero e reazione ponendo attenzione alla genuinità dei contenuti e delle forme. Non si tratta di “abbellire” o “arredare” gli ambienti dell’ospedale, ma di scostarsi dai concetti di contenitore e contenuto: la Poliambulanza non è né vuole essere un museo. La sfida è piuttosto di mostrare che «è il luogo stesso, con le sue presenze, a generare arte, così come genera cultura, cura, relazioni, e lo fa nel suo quotidiano».
L’arte del futuro, la medicina del futuro, l’architettura del futuro non si identificano semplicemente con la ricerca di strumenti sempre più tecnologici, sofisticati e complessi. Per Raul Gabriel «la medicina, come l’arte, non può immaginare il proprio avvenire se non nel gesto aperto di protocolli acquisiti che si lasciano contaminare dal valore, irrinunciabile e sempre rivoluzionario, dell’assunzione di responsabilità».
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